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La mia battaglia contro il Covid-19, tra dolore e disperazione.

Non so davvero da dove iniziare questo articolo del mio blog. Forse sono un po’ arrugginita ,dato che non scrivo da mesi, e mai avrei pensato di volerlo fare per raccontare la mia tragica esperienza.

Vorrei iniziare affermando che ci ho sempre creduto all’esistenza di questo maledetto virus, perciò ho seguito sempre le regole per far sì che la mia vita e quella delle persone che mi stanno attorno potesse proseguire nel migliore dei modi, anche se con prudenza e attenzione.

01 Ottobre 2020: Chiarettins non sta bene, perciò decidiamo di non portarla a scuola, così per precauzione. Ci accorgiamo che ha qualche linea di febbre (37,5 per l’esattezza), magari ha solamente una leggere influenza, basta dargli il Nurofen e per lunedì sarà come nuova ( nonostante ciò, la sua “euforia” è sempre la stessa).

2 Ottobre 2020: mi sveglio e uscendo dalla camera noto che mia madre sta ancora a letto (lei che ogni giorno si sveglia alle 5:30 del mattino per andare a lavoro). Scopro che avverte un fastidio allo stomaco ( in una zona limitrofa al petto) e pensa di avere un po’ di reflusso ( ahimè è di famiglia!). Mio padre ormai era già andato a lavoro, quindi chiamo il medico, il quale mi prescrive una cura per lo stomaco ( gastroprotettore, gaviscon,ecc). Okay, perciò acquisto questi medicinali e inizia la cura. Nei due giorni seguenti anche mia madre ha avuto qualche linea di febbre, esattamente come mia sorella.

5 ottobre 2020: di buon mattino, mio zio ( vive con i miei nonni materni), mi chiama avvisandomi che nonno ha avuto una sorta di svenimento, tanto da rimettere la colazione nel letto. Preoccupati chiamiamo il medico, e dice che magari poteva essere un’indigestione! Okay, dieta in bianco con molta tranquillità. Nel frattempo abbiamo deciso di denunciare il nostro stato di salute, e sottoporci al tampone per rilevare il covid, solo che dovevamo attendere la chiamata dell’ATS.

6 ottobre 2020: ciò che mi ha svegliato? Un mal di testa fortissimo, magari i troppi pensieri dovuti alle vicende dei giorni precedenti. Nel frattempo mia madre avverte dolori allucinanti alle ossa, perciò decide ,dopo aver consultato uno specialista, di assumere un antidolorifico (due volte al dì). Arriva la sera, e io inizio a tremare dal freddo. Termometro: 38 gradi. E io tra me e me penso : “ Che palle, mia sorella mi ha contagiato l’influenza”.

7 ottobre 2020: mio zio tramite una chiamata ci fa sapere che mio nonno ha qualche linea di febbre e ha perso l’appetito. Però lui dice di essere solo stanco, e noi pensiamo sia una semplice influenza ( non poteva essere covid, nonno stava tutto il tempo a casa). Nel frattempo il mio stato peggiora. La febbre sale a 39, e quando mi metto a letto avverto un dolore stranissimo al petto ( ho pensato addirittura che mi stesse per venire un infarto!) , ma non volevo allarmare mia madre, perciò ho tentato di rilassarmi e mi sono addormentata.

Nei giorni seguenti, a parte il fortissimo mal di testa che non voleva lasciarmi in pace, per il resto il mio fisico stava meglio. Avevo una voglia matta di dolce, come la Nutella! Perciò mio padre (l’unico sano tra noi) compra i Nutella Biscuits. Apro la busta, do un bel morso a un biscotto… e mi rendo conto di non essermelo gustato. Perciò do un morso a un altro….. niente, come se stessi mangiando il nulla. Succede così anche per il profumo ,me lo spruzzo addosso e non sento nulla. Però mi sono detta : “ Questo capita anche quando una persona ha una sindrome influenzale”. Così ho mantenuto il segreto, per non agitare la mia famiglia. Nel frattempo mia sorella stava benissimo, ma mia madre ha continuato ad avere dolori alle ossa.

11 ottobre 2020: mia madre si sveglia strapiena di “pomfi” sulla pelle. Magari perché aveva abusato degli antidolorifici per una settimana e due volte al dì! Per risolvere il problema: antistaminico e cortisone. Durante la serata, mio zio ci dice che secondo il saturimetro, la saturazione di nonno è scesa a 85! Così chiama il 118 per ricevere un tempestivo intervento. Mio nonno in qual momento non aveva una bella cera, così decidono, essendo anziano di ricoverarlo e sottoporlo al tampone.

L’agitazione sale alle stelle, eppure dovevamo stare calmi e attendere. Due ore dopo una chiamata per mia madre : “ Suo padre è risultato positivo al covid-19, ha una polmonite interstiziale ed è molto grave”. La disperazione negli occhi di mia madre, e la rabbia nei miei perchè dopo una settimana non avevamo ricevuto alcuna chiamata per essere sottoposti al tampone, per capire come mio nonno poteva esserselo preso.

Trascorrono i giorni, e mio nonno risultava essere stabile, solo che indossava il casco per l’ossigeno, ed era alimentato con un sondino, poiché non riusciva a mangiare. Sapere che non poteva o non riusciva a mangiare è stato straziante, perché è sempre stato una buona forchetta, un mangione.

Nel frattempo noi siamo rinchiusi in isolamento (io, mia sorella, mia madre, mio padre, mia nonna e mio zio) essendo stati a contatto con un positivo (nonno), e ancora nessuna notizia dell’ATS. Però il nostro stato di salute migliora, a parte che anche mia madre ha perso il gusto e L’olfatto, ma dettagli.

17 ottobre 2020: finalmente arriva la tanto attesa chiamata dall’ ATS per andare a fare il tampone. Noi ormai non avendo più sintomi da 10 giorni più o meno, siamo andati direttamente sul posto per farcelo fare. Invece da mia nonna e mio zio sono andati a domicilio ( loro comunque non hanno avuto sintomi, ma giusto per l’età di mia nonna)

Attendiamo qualche giorno, e abbiamo potuto verificare il referto tramite il fascicolo sanitario : tutti POSITIVI, tranne mio padre e mia sorella. Perciò decidiamo di fargli fare un sierologico, e da quello abbiamo scoperto che mio padre lo ha avuto da asintomatico più o meno due mesi prima. Invece mia sorella si era appena negativizzata, poiché si stavano formando gli anticorpi.

Una cosa è certa : nessuno ha la colpa di tutto ciò, perché non si può sapere chi lo ha trasmesso a chi, ma il virus è subdolo e ha voluto colpire la persona che risultava più debole per un fattore anagrafico. Lo stato di mio nonno era monitorato, tutto sembrava stabile nella sua gravità.

21 ottobre 2020: questo forse è stato il giorno più brutto della mia vita, una chiamata alle 10:30 del mattino : “ Luigi non ce l’ha fatta”

Potrete immaginare la disperazione di mia madre, di mio zio, mia nonna che non aveva ancora realizzato l’accaduto. Vedere mio padre piangere come un bambino, non lo avevo mai visto in questo stato. Io che pensavo : non è possibile, io l’ho visto due settimane fa , nonno stava benissimo. E mia sorella, che non so se sia stato un bene o meno, non può comprendere ciò che stava capitando in quel momento.

Io sono sincera, da quel giorno sono andata solamente una volta nella casa dei miei nonni, perché ogni volta mi sembra di vederlo seduto nella sua sedia bianca, con il suo cappellino in testa e la coperta del Milan , la sua squadra del cuore ,nelle gambe per riscaldarlo, guadando un qualche partita alla tv. Oppure mentre tagliava e grattugiava una carota per Chiarettins, lei lo chiamava “Babbo”.

Sapete qual è stata la cosa più difficile? Non poter assistere nonno in ospedale, non averlo visto un’ultima volta o andare al suo funerale. Il carro funebre si è fermato di fronte casa di nonna, per porter dare almeno lei un ultimo saluto da parte di tutti noi.

Trascorrono i giorni, e noi nel frattempo ci sottoponiamo al secondo tampone. “Positivo”, eh vabbè dovremo aspettare ancora una settimana, si spera. Chiarettins era sempre più irrequieta, dopo quasi un meee di chiusura totale, senza poter frequentare la scuola e vedere i suoi amichetti. È stata molto dura.

Un bel giorno, ci arriva il provvedimento dopo il terzo tampone eseguito: fine dell’isolamento per guarigione. Dopo esattamente un mese e 4 giorni l’incubo sembra essere finito , si torna alla vita normale, quotidiana. Nulla è stato semplice. Mia sorella per riabituarsi alla scuola ci ha impiegato un mese; mia madre che pensa e ripensa “ se avessi chiamato prima il 118, forse le cose sarebbero andate diversamente…”

Il mio pensiero è che purtroppo questo virus ha colpito la persona più debole della famiglia, e io tutt’ora sono ancora incredula a distanza di due mesi dall’accaduto.. Tra breve sarà Natale, la festività che amo di più in assoluto. Solo che quest anno, il nostro clima di festa sarà solo per Chiarettins, perché avremo purtroppo una sedia vuota.

Per chi ancora non ci crede, smettetela idioti. Il covid-19 colpisce chiunque e dovunque, ormai non solo anziani ( senza alcuna patologia, se non quella di essere ANZIANO), ma anche i più giovani! State attenti e per chi ancora non ha subito nulla, ritenetevi fortunati, e apprezzate la famiglia e le persone care , perché purtroppo la vita è imprevedibile, ormai lo so❤️

Ciao Nonno Luigi 👼, sarai per sempre il mio angelo.

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L’Autismo ai tempi del COVID-19

“Coronavirus, dal 5 al 15 marzo scuole chiuse o con attività didattiche sospese in tutta Italia.”

Ebbene, dopo aver letto questa notizia mi sono detta: “E adesso con Chiarettins come si fa? Dovrà restare per ben 10 giorni a casa, siamo seri?” La mia leggerissima ANSIA è dovuta dal fatto che i bambini con disturbo dello spettro autistico, se si trovano in una situazione di cambiamento o semplice noia, potrebbero sviluppare i Comportamenti Problematici : sono comportamenti inappropriati per intensità frequenza o durata che possono compromettere la qualità della vita del bambino e della sua famiglia. E questi si manifestano per tali motivi:

Incapacità a comunicare in modo efficace bisogni e disagi
 Non comprensione di situazioni o richieste
 Imprevedibilità degli eventi

Quindi, secondo voi , come può aver preso la situazione Chiarettins? Diciamo non benissimo, beh oltre ad andare ogni lunedi sera in Fattoria ad accudire gli animaletti come l’asinello Cannonau, o Girò; ogni mattina lei è abituata a svegliarsi presto e preparsi per andare a scuola, o la sera due volte a settimana per andare dalla pedagogista a “giocare” , e il sabato mattina la sua adorata piscina con l ’ istruttrice Alessandra. In tutto questo, bisognerà inventarsi qualcosa per intrattenere Chiarettins; di recente ha imparato ad usare il computer per cercare su Google le cose che le piacciono di più in assoluto e osservare le immagini: ad esempio i Baiocchi, Pan di stelle, Kinder Merendero e le sue amate zucchine!

Chissà cosa digiterà ora!

Quindi chiunque abbia una situazione simile in famiglia o con un parente, vi consiglio di trovare un passatempo, ovvero un qualcosa per tenere questi bambini o ragazzi impegnati in questo lungo periodo di quarantena ( forse anche in Sardegna fino al 3 Aprile).
Per esempio Chiarettins è una campionessa di Memory, quando si impegna ovviamente!

“Mantieniti informato sulla diffusione dell’epidemia, disponibile sul sito dell’OMS e sul sito del ministero e adotta le seguenti misure di protezione personale:

  • lavati spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni a base di alcol per eliminare il virus dalle tue mani
  • mantieni una certa distanza – almeno due metri– dalle altre persone quando tossiscono o starnutiscono o se hanno la febbre, perché il virus è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere trasmesso col respiro a distanza ravvicinata
  • evita di toccarti occhi, naso e bocca con le mani se presenti febbre, tosse o difficoltà respiratorie”

Tutte precauzione giustissime, però voi ditemi, molte persone normotipo non rispettano queste precauzioni, pensando semplicemente che sia uno scherzo; pensate per una persona autistica rispettare tutte queste norme igieniche… ehm! Non è così semplice, infatti dobbiamo pensarci noi ovviamente, io Chicca, me medesima come sorellona di Chiarettins, e voi come fratelli o parenti di una persona che da sola non può farcela!

Ecco la nostra Chiarettins che pian pianino impara a lavarsi 🧼 le mani in maniera adeguata! Ma che brava!🤞🏻👏🏻

Ovviamente bisogna seguirla passo passo anche quando ha i suoi bisogni fisiologici, per igienizzare tutto se ci si trova fuori casa ( una cosa che si faceva anche da prima ovviamente, ma adesso con ancora più attenzione!)

Comunque amici vi allego questo link che è molto utile sia per i bambini normotipici che per i bambini con disturbi dell’apprendimento o comportamentali :

È molto semplificato e anche tanto simpatico!

Spero di aver rincuorato o comunque aiutato qualcuno nella nostra stessa situazione, e ricordate : “Andrà tutto bene, solo se rispettiamo tutte le precauzioni e norme necessarie!”

Goodbye Friends,

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Pistacchio, la nostra felicità!

L’arrivo di un cucciolo è sempre un momento ricco di emozioni e carico di aspettative da parte dei neo-proprietari. I cani di alcune razze sono particolarmente adatti per far compagnia ai bambini autistici: un cane empatico è di grande aiuto, per la pet therapy e a casa.

L’autismo è una patologia molto più comune di quanto si possa immaginare: soltanto in Italia, si contano almeno 350.000 persone autistiche, affette da forme più o meno gravi di questa sindrome spesso misteriosa e in molti casi ancora poco conosciuta.

Nei bambini autistici è possibile ridurre le conseguenze della sindrome attraverso opportuni punti di riferimento a livello affettivo: questi elementi non devono obbligatoriamente essere umani, ma possono anche provenire dal regno animale. I bambini affetti da disturbi dello spettro autistico hanno grandi difficoltà ad interagire e a instaurare relazioni con il prossimo, e grazie ad una ricerca questi bimbi possono ricevere un grande aiuto grazie alla compagnia di un cane.

E’ innegabile che il Golden Retriever sia il cane di famiglia per eccellenza: carattere sicuro e affettuoso, indole docile ed empatica, rappresenta quasi sempre la prima scelta quando si tratta di adottare un cane nelle famiglie con bambini.

Questi cani sono perfetti per i bambini autistici, perché sono in grado di capire l’umore del momento del piccolo e comportarsi di conseguenza, invogliandolo a giocare o semplicemente accucciandosi accanto a lui a seconda di come si sente il piccolo.

La nostra scelta perciò è ricaduta su un piccolo batuffolo di pelo, quello che sarebbe diventato il nostro amato Pistacchio, nome alquanto originale vero? Ovviamente chi lo ha scelto secondo voi? Ma la nostra amata Chiarettins ovviamente!

Ecco a voi la sua primissima foto, appena arrivato a casa dopo un lungo viaggetto in nave!

Bisogna ricordarsi che avere un cane ci rende felici, però dobbiamo anche dargli tutte le attenzioni di cui hanno bisogno; infatti Pistacchietto fin dalla sua prima notte con la nostra family, secondo voi, con chi ha dormito? Ma con la sottoscritta ovviamente!!

Per Chiarettins è stata una situazione “nuova”, tutta da scoprire! Però con il tempo ha capito che Pistacchietto è il nostro nuovo amico peloso, che ci seguirà ovunque e dovunque!

….piano piano i mesi passano, e Pistacchietto inizia a diventare Pistacchione!

…e anche il suo attaccamento nei miei confronti, come ad esempio la noche!

Ed ecco la sua faccia dopo il fatidico: andiamo a nanna!

Ma dovete sapere che Pistacchio è bravissimo anche nel fare la spesa al supermercato!

Poi nella nostra family c’è stato un altro importantissimo cambiamento: la nuova casa.

Avevamo già deciso da tempo di cambiare casa, per vivere in una molto più grande e con più comfort! E devo dire che anche Pistacchietto ha gradito la nuova dimora.

….solo per un minuscolo dettaglio: il suo nuovo lettino,ovvero la cuccia in giardino! Ma dai tutto sommato si è abituato benissimo, anche se ogni tanto ci fa visita anche dentro casa, beh il nostro pelosone preferito ha un posto speciale, anche se lui avrebbe preferito il divano!

Ma non sapevate che Pistacchio è anche un super atleta? Ha vinto anche una medaglia per aver partecipato alla Mezza Maratona Cagliari Respira. Ammirate!!

Per non parlare della primissima Toelettatura.. un pò difficoltosa ma alla fine si è reso conto di essere bello e profumato!

Non ci sono parole per esprimere la nostra felicità da quando questo cucciolone è entrato nelle nostre vite. Quando ho una giornatina no, o quando ci sentiamo stressati e affaticati,mi basta guardare il suo musetto e i suoi occhioni cosi dolci e profondi che vorrebbero dirmi solo una breve ma essenziale frase: tranquilla, ci sono io!

Ricordatevi: un cane può salvarvi la vita in tutti i sensi, e voi potete donargli gioia e amore, perchè è solo questo che meritano i nostri amici a 4 zampe, questo e molto di più!

A presto! Goodbye friends 🙂

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A spasso per Genova con Chiarettins!

Hey, vi siamo mancate?

Noi in questo periodo siamo state molto impegnate! Però abbiamo trovato il tempo per intraprendere un magnifico viaggio con la classe di Chiarettins a Genova! Il nostro viaggio è iniziato con il ritrovo di tutta la classe nei pressi della scuola frequentata da Chiarettins. Dopo aver riposto la valigia (anzi il valigione) all’interno del portabagagli, e dopo aver salutato Nonna Giovanna dal finestrino (sembrava quasi stessimo partendo per la guerra,ironicamente parlando),siamo partiti alla volta di Porto Torres; dovevamo percorrere la bellezza di 212,5 km! Pochini eh? Per trascorrere il tempo al meglio,senza annoiarci, io e Chiarettins abbiamo ascoltato la nostra Music preferita su youtube (soprattutto la canzone di Mahmood, come dice Chiarettins “soldi,soldi,soldi”), e nel frattempo lei osservava con stupore dal finestrino ciò che ci circondava e scherzava con i compagnetti; era semplicemente felice di andare a Genova e di “uscire” (perchè non sapete che Chiarettins è una piccola nomade, se fosse per lei non rientrerebbe mai a casa, solo per dormire).

Beh,dopo una breve sosta all’autogrill di Tramatza, siamo arrivati alle 18:30 al porto di Porto Torres! Premetto che io non ero mai salita su una nave, al massimo su un traghetto ma avevo solo 10 anni, e chi si ricorda? Almeno ricordo di non essere stata male, per fortuna ho pensato (non vi dico il ritorno in nave da Genova a Olbia, ma questa è un’altra storia).Però Chiarettins invece aveva già vissuto l’esperienza di un viaggio in nave e non è stata male (certo, è la reincarnazione di Highlander,ma questi sono dettagli!). La nostra Nave si chiamava Janas, un bel nome vero?. Dopo aver percorso 2 rampe di scale mobili, arriviamo alla reception della nave,e ci consegnano le chiavi magnetiche per le cabine. Avete presete i corridoi stile Titanic? L’ ansia; ma noi siamo coraggiose e siamo arrivate alla cabina n^621. Ci siamo sistemate per benino, e poi sapete dove siamo andate? Al Gran Bar della nave a sorseggiare un bel tea alla pesca( per Chiarettins) un bitter ghiaccio e arancio per la sottoscritta. Eh la bella vita!

Dopodichè siamo rientrate in cabina, e abbiamo cenato: Chiarettins con le sue polpette e spinacine, e Moi con un bel paninone con salame e formaggio. In seguito ci siamo incontrate con tutta la classe per andare nella Sala Giochi per bimbi, solo che ahimè i giochi erano accessibili solo ai bimbi fino ai 10 anni di età! Poveri loro… però non si sono dati per vinti e hanno giocato tra di loro per trascorrere un pò di tempo insieme! Poi più tardi, siamo andati in cabina per trascorrere la notte. Chiarettins è praticamente crollata subito, io purtroppo no perchè non sopportavo il rumore della nave.. ma pazienza! Tanto la sveglia era solo impostata per il 6 a.m.

Il giorno dopo ci siamo preparate per bene,e siamo andate nella sala self service per fare colazione, Chiarettins con le sue Kinder Brioss e Moi con un bel cornetto alla crema e succo d’ananas! E finalmente alle 08:45 del mattino siamo arrivate al Porto di Genova, e un pullman ci ha portato fino all’Hotel, che era situato al centro di Genova, ed ecco a voi la statua dedicata a Cristoforo Colombo!

Beh certo,era la sua città. Comunque dopo aver mollato le valigie in Hotel, ci siamo incamminati subito alla scoperta di Genova! Dopo aver girato la città, ci siamo fermati per una pausa pranzo presso Il Mcdonalds sotto i portici (eh vabbè, sono bimbi non possono apprezzare un bel pesciolino fresco genovese). Dopo aver gustato il mio MCchicken e Chiarettins i nuggets e le patatine fritte con le salse.

…E siamo andate indovinate dove? Prima a la Biosfera e poi….al famosissimo Acquario di Genova! Ecco alcuni scatti e osservate la faccia meravigliata di Chiarettins:

Dopo questa bellissima visita, abbiamo acquistato anche un dolcissimo delfino rosa (scelto ovviamente da Chiarettins) presso il shop dell’acquario. Poi tra una cosa e l’altra, è calata la sera sulla città di Genova e siamo rientrati in Hotel per la cena, una fame!!

E dopo cena, siamo rientrate in camera e Chiarettins per fare la nanna, ha voluto espressamente il suo nuovo amichetto, il delfino rosa… e Goodnight!

Bonjour, che bel risveglio! Con una colazione cosi ancor di più! Cliccate nel link e giudicate voi stesso..

https://www.instagram.com/stories/highlights/18046624846103455/?hl=it

Bene, dopo una super colazione,siamo andati a visitare la Città dei Bambini e dei ragazzi; penso di essermi divertita quanto Chiarettins!
La città dei bambini e dei ragazzi è un’area di gioco educativo per i bambini e i ragazzi dai 2 ai 13 anni, dove è possibile giocare e scoprire scienza e tecnologia divertendosi!

Poi dopo una breve pausa pranzo al Burgher Fast Food,siamo andati al Galata Museo del Mare dove si può trovare un allestimento coinvolgente e innovativo, le fedeli ricostruzioni di una galea del ‘600, di un brigantino-goletta dell’800, la suggestiva “Sala Tempesta”(dove Chiarettins si è divertita parecchio!), la mostra “Transatlantici Italiani” e il bellissimo percorso Memoria e Immigrazioni, magnifico!

Successivamente abbiamo ripreso i bagagli in Hotel, anzi il valigione e siamo andati ad imbarcarci e stavolta era la Nave dei supereroi!! Che dire è stato un bellissimo viaggio e ringrazio tantissimo le amichette e amichetti di Chiarettins e anche le professoresse perchè sono stati tutti unici e dolcissimi!

Spero vi sia piaciuto il nostro diario di viaggio! Goodbye Friends! 🙂

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Happy Birthday Mom!❤️

Filastrocca della mamma
che cancella ogni mio dramma,
ha per me il consiglio giusto,
mi fa ridere di gusto.

Lei soddisfa i miei bisogni,
nutre me con i miei sogni;
lascia indietro la carriera
per dar luce alla mia sera.

Poi mi cura ogni ferita,
rende lieve ogni salita;
mi fa crescere più forte
tiene aperte le sue porte.

Se la vita si fa dura,
se la notte si fa scura,
lei andrà fino al paradiso
e mi accenderà un sorriso.

 Testo di Giuseppe Bordi

Cara Mamy, grazie per tutto quello che fai per me,Chiarettins e Papi! Sei una mamma veramente coraggiosa e dolce; per questo che io e Chiarettins, ti abbiamo voluto dedicare questo video-compleanno! Buon compleanno alla donna che ha sacrificato molti momenti preziosi della sua vita per renderci felici. Solo una super mamma come te può fare così tante cose e rimanere sempre così giovane ogni anno.

Sei unica❤️🌻

Chicca e Chiarettins👩‍👧‍👧

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Alla scoperta della Spagna: Barcellona,la città che non dorme mai!

La prima cosa che mi viene in mente pensando a Barcellona? La paella ovviamente! Scherzi a parte (anche se sono sempre seria quando si tratta di cibo), quando si parla di Barcellona ci vengono allo stesso tempo in mente immagini di relax e vacanze movimentate: sole, mare, passeggiate lungo la spiaggia, buon cibo, Gaudí e una vita notturna da fare invidia a molte capitali. Probabilmente nessun’altra città europea può offrire una vacanza così completa e che accontenta proprio tutti i gusti: gli amanti della spiaggia potranno godersi un tempo mite in quasi tutti i periodi dell’anno, i buongustai si delizieranno con tapas e piatti tipici catalani, mentre chi ama i club notturni non avrà che l’imbarazzo della scelta!

Tutte le volte che mi si chiede cosa vedere a Barcellona il pensiero va inevitabilmente ad una frase di Carlos Ruiz Zafón, “Barcellona è una città molto antica dove si può sentire il peso della storia, senza per questo esserne ossessionati.” Una città proiettata verso il futuro ma con i piedi ben saldi nel suo passato e nelle sue tradizioni. Impossibile apprezzarne una sola parte, senza averle conosciute entrambe. Se dovessi suggerire un itinerario su cosa vedere a Barcellona probabilmente inizierei con l’inseguire le orme ed il genio artistico di Antoni Gaudí, partendo dalle sue stravaganti ed utopistiche “case”, proseguendo poi per il colorato e panoramico Park Güell fino ad arrivare al capolavoro, la Sagrada Familia.

Proseguirei con una passeggiata nelle Ramblas con una sosta gastronomica al Mercado della Boqueria e, nel caso rimanesse tempo, una visita al Museo Marittimo per immergermi nelle storie di pirati e corsari. Poi mi addentrerei nelle viuzze del vecchio Barrio Gotico fino alla suggestiva Basilica di Santa Maria del Mar, senza dimenticare che proprio nelle vicinanze sorge il Museo PicassoGracia, l’angolo bohémien di Barcellona, lo lascerei per i tardi pomeriggi che si trasformano in lunghe, indimenticabili serate. Nulla di meglio che rilassarsi in uno dei suoi locali ad ascoltare buona musica dopo un’intensa giornata di esplorazione.

A Barcellona appunto non mancano affatto le cose da vedere, siano esse culturali, storiche o naturalistiche. Ma il mio suggerimento, da buona forchetta, che quando visita un luogo lo fa anche per assaggiare i prodotti tipici, è quello di dedicare un po’ di tempo al lato culinario della città. In questo modo non solo conoscerete la città dal lato cibo, ma potrete visitare anche caffè storici, come ad esempio la Colmena in Plaça del Angel, che è uno dei più antichi oppure fare un salto nel passato da Casa Gispert. Proprio in questa bottega, che si trova in Carrer dels Sombreres, infatti, si commerciano spezie, frutta secca ed altri generi coloniali dal 1851 e tutto, o quasi, è rimasto nello stile dell’epoca.

Il Mercat de la Boqueria che si trova sulla Rambla (al numero 91, giusto a metà tra il porto e Piazza de Catalunya), è un crocevia di incontri interessanti, eccellenze alimentari e bellezze architettoniche. Il mercato si trova all’interno di una struttura coperta in ferro e venne costruito in un luogo dove da sempre i contadini andavano a vendere i propri prodotti ai commercianti barcellonesi. Nel Mercat de Sant Josep – come si chiama in realtà il Mercat de la Boqueria –  si può trovare quasi tutto ciò che il cuore (ops lo stomaco) desidera cucinare: dolci, miele, formaggi, oli raffinati, olive, frutta locale e esotica, verdura, carne, prosciutto (il pata negra o il jamon serrano), pesce, frutti di mare. Si dice che se non si trova in questo mercato non si trova in tutta Barcellona. La scelta dei prodotti è enorme ed eccellente, così come la loro qualità! Ma per cogliere la vera atmosfera del luogo bisogna recarsi soprattutto al mattino, quando sono aperte tutte le bancarelle. Da nessuna altra parte si può gustare un pasto fresco come qui; in molti chioschi è possibile, non solo degustare i prodotti, ma anche pranzare. Potrete deliziarvi con tapas buonissime e con la birra della più fresca!

Quanti ristoranti ci sono a Barcellona per mangiare la PaellaUn’infinità! C’è solo l’imbarazzo della scelta.. anzi, ce ne sono talmente tanti che scegliere diventa quasi impossibile
Non vi farò l’elenco dei ristoranti dove dicono che la paella sia la migliore e dei ristoranti che invece sono da evitare. Tanto ormai si sa: bisogna fare attenzione alla scelta del ristorante. Evitare i ristoranti in zone super turistiche, come ad esempio la Rambla o Plaza Reial, ed evitare quei baretti/ristoranti dove espongono le foto di tutti i tipi di paella fuori dal locale perché si sa, sono tutti piatti già precotti che vengono poi scaldati nel forno a microonde..

Vi parlerò dei due ristoranti dove ho mangiato la miglior paella per me, per il mio gusto..due ristoranti a cui sono affezionata: Senyor Parellada e La Fonda.

Il ristorante Senyor Parellada si trova nel quartiere del Born, poco distante dalla trafficata Via Laietana, precisamente in Carrer Argenteria, 37. Questo ristorante, all’apparenza elegante e magari un po’ costoso, presenta invece una carta con prezzi più che accettabili e con piatti di ottima qualità. Potete scegliere tra antipasti, primi, secondi di carne e di pesce e ovviamente paella che io ho sempre provato mista, ben condita e saporita.
Molto buoni anche i “Buñuelos de bacalao” ossia crocchette di baccalà fritte..mooolto buone!

Il Ristorante La Fonda si trova nel Barrio Gotico, in Carrer des Escudellers, 10 (a lato della Rambla). E voi direte, ma non è una zona turistica? Ebbene si, lo è.. ma la Fonda è diversa. Qui l’apparenza inganna, ma al contrario.. ossia in bene! Da fuori potrà sembrarvi un ristorante super turistico con piatti di qualità mediocre ma non è così. Di turisti si, ne è pieno, ma per me la qualità è impeccabile.
Il menù offre diversi tipi di pietanze: dagli antipasti sfiziosi, come insalate particolari o crocchette di prosciutto o funghi (buonissime), poi ci sono ovviamente piatti di pesce e di carne e anche un’interessante varietà di primi (anche se questi sono gli unici che scarterei  perché la pasta dai, ve la mangiate a casa… eheh).
Potete scegliere tra diversi tipi di paelladi carne, di pesce, mista.. poi c’è l’ arroz negro con il nero di seppia e la Fideuà, altro piatto tipico spagnolo simile alla paella ma invece del riso c’è la pasta. E poi i dolci….ah i dolci, sceglietene uno ma sappiate che sono buoni tutti!!

Per un momento cercherò di non pensare al cibo, ma all’arte; perciò non posso tralasciare il magnifico Antoni Gaudì, esterno e interno della Sagrada Familia!

Capolavoro assoluto di Antoni Gaudí, la Sagrada Familia affascina più di 3 milioni di visitatori ogni anno
La sua particolare bellezza si rifà allo stile neogotico, stravolto poi un anno dopo il suo inizio quando Gaudí prese in mano il progetto. Parliamo del lontano 1883, anno in cui l’artista, all’età di 31 anni, iniziò a dedicare tutto il suo tempo ad un’opera che resterà incompleta per molti anni. Ancora oggi, a più di 140 anni dall’inizio della costruzione, la Sagrada Familia è circondata da gru e teli, ma c’è forse una data (quasi) certa: nel 2026 i lavori dovrebbero essere terminati.

Gaudí progettò l’interno della Sagrada Familia pensando ad un bosco. Le colonne elicodali ricordano infatti degli alberi e la loro complessa struttura crea affascinanti giochi di luci e ombre.
Oltre alle sorprendenti geometrie, la cosa che mi ha lasciato più sbalordito è stata la luce del sole che attraversava le finestre. Queste hanno colori intensi, dal blu all’arancione, e creano effetti cromatici spettacolari che si riflettono sulle colonne e sui pavimenti. Per questo vi consiglio di visitarla quando c’è il sole. Penso di essere rimasta più di un ora dentro a visitarla tutta, perchè è strepitosa, sembra surreale!

L’acquario di Barcellona è un’esperienza unica da non perdere, che renderà speciale la tua vacanza nella capitale. I bambini ne resteranno incantati e con aria di stupore cammineranno con il naso all’insù per vedere i pesciolini che nuotano sopra le teste dei passanti nella lunga galleria trasparente. Ammira centinaia di specie differenti di pesci, dai piccoli pesci pagliaccio fino agli squali. Ma l’esperienza non finisce qui! Potrai persino vedere gli elegantissimi pinguini che banchettano con il loro cibo preferito, il sushi. 

Visitare l’acquario di Barcellona è un’esperienza unica, che arrichisce la tua visita alla capitale. Potrai visitare al suo interno trentacinque acquari e 11 mila animali di 450 specie diverse. Dai piccoli pesci pagliaccio fino agli squali, una vera e propria scoperta del mondo subacqueo. Potrai persino passeggiare all’interno di un tunnel panoramico di oltre 80 metri, dove avrai la sensazione di nuotare affianco ai pesci più colorati, affascinanti e particolari del mediterraneo. Trascorrere del tempo all’acquario di Barcellona, significa immergersi in un fantastico regno sottomarino ricco di bellissime creature e inaspettate sorprese!

Ma nonostante tutto, i miei luoghi preferiti a Barcellona sono: La Barceloneta e Port Vell (ovvero “Porto Vecchio”).

Fino alla metà del XVIII secolo la Barceloneta fu una zona disabitata, ma grazie alla sua vicinanza al mare, i pescatori furono i primi a stabilirsi in questa parte della città. Da allora il quartiere non è cambiato perché continua ad essere abitato da gente umile, anche se le abitazioni si sono trasformate leggermente, così come il quartiere nella sua totalità, ricco oggi di ristoranti, negozi e piccoli bar. Barceloneta oggi è un posto cosmopolita che, in estate, raggiunge la sua massima espressione: la sua spiaggia infatti, è una delle più animate della città sia di giorno sia di notte, quando si aprono i chioschi e i bar che propongono musica dal vivo. Fanno bella mostra alcune opere d’arte e d’architettura come il cubo in metallo di Rebecca Horn e il più recente “Pesce” di Frank Gehry. Questa nuova Barceloneta convive, più o meno pacificamente, con quella più tradizionale: balconi con vestiti stesi al sole, donne fuori agli usci, pescatori che puliscono le reti, vecchie cantine, ristoranti dove si serve il pesce portato dai pescatori.

Barceloneta è legata a Port Vell, il Vecchio Porto, una porzione di città che Barcellona strappò al mare. Port Vell inizia con la fine della Rambla, proprio sotto il Belvedere di Colombo. Come altre parti della città, anche il Porto Vecchio ha subito un profondo processo di riconversione durante i lavori per le olimpiadi del 1992. Quello che era un luogo di marinai e mercati di pesce, oggi è uno dei più importanti luoghi di divertimento di Barcellona.  Centri Commerciali, ristoranti, negozi, cinema, hanno sostituito i mercati del pesce e la vita di porto. Il vostro viaggio nel Porto Vecchio inizia dalla passerella di legno che passa sopra il mare. Qui si conserva una zona destinata alla pesca, con la Torre del Rellotge che dà nome al molo ed il piccolo mercato generale di pescatori, mentre gli antichi arsenali medievali, le Drassanes Reials, sono testimonianza dello splendore del commercio marittimo e della marina catalana nel Medioevo. La zona più nuova inizia con ilMaremagnum, un centro commerciale con negozi, bar, fast food, luoghi di svago. Subito dopo, andando verso la Barceloneta, inizia la zona ludica che comprende l’Imax e l’Aquàrium, due dei centri di divertimento culturale più innovativi della città. L’IMAX (Moll d’Espanya) è il cinema più moderno della città, dove si possono vedere film in tecnologia Imax, Omnimax e 3D, mentre l’Aquàrium (Moll d’Espanya) è uno degli acquari più grandi d’Europa.
Consigliamo di non perdersi una salita fino al Monumento a Colombo da cui si ammira tutta la costa di Barcellona, comprese le caratteristiche “Golondrine” (rondini) , piccole imbarcazioni turistiche che fanno il percorso che va dal porto per tutto il fronte marittimo della città!

Invece per gli amanti della vita notturna, vi consiglio una delle migliori discoteche di Barcellona: L’OPIUM.

L’Opium è situato presso Paseo maritimo de la Barceloneta, è possibile anche cenare prima della serata,infatti io ho degustato un’ottima paella!
Ogni sera della settimana ci sono notti tematiche, che spaziano dall’hip hop al reggaeton,fino alla house i weekend!

….E non dimeticatevi di fare un salto al Hard Rock Cafè!

Beh,spero vi sia piaciuto il mio modo di vedere Barcellona! E a voi cosa è piaciuto di questa incredibile city? Scrivetelo nei commenti.

Goodbye Friends!

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14 Febbraio: San Valentino,la festa degli innamorati,ma soprattutto dell’amore in tutte le sue forme!

L’amore è un’emozione che merita di essere celebrata ogni giorno. Ma che ne pensi: non è forse bello, per un giorno all’anno, essere ancora più romantici del solito?
L’amore si nutre ogni giorno di piccoli gesti quotidiani. Ma di certo San Valentino è l’occasione giusta per rispolverare quel pizzico di romanticheria e stupire chi amiamo. Chi, se siamo fortunati, ci ricambia e ci rende la vita più leggera sopportando anche i nostri difetti. E allora via a weekend romantici, serenate, regali, mazzi di fiori, cioccolatini. O cenette a lume di candela, serate sfrenate insieme, smielate proposte di matrimonio o nuove avventure.

C’è chi ha una vena artistica più spiccata. Magari è capace di intonare dolci serenate, danzare un tango appassionato o un tenero liscio in coppia. O ancora incide promesse d’amore sulla sabbia: invece di scrivere parole sul bagnasciuga, scolpisce il fondo del mare con disegni incantevoli. Ci sono poi i coraggiosi, pronti a dare la loro vita per il partner, i “principi azzurri” capaci di costruire interi “castelli” per la propria bella. C’è chi sa sedurre con uno sguardo ammiccante o chi sa dare dimostrazioni di assoluta fedeltà o di infinita pazienza.

E chi non ha una sua playlist che richiama l’amore? Io ce l’ho anche se non ho ancora incontrato quella persona con cui potrei sentire le cosidette “farfalle nello stomaco”. Ecco la mia:

..Beh penso possa bastare! Io passerò il mio Happy Valentines Day with Family e con il mio amato Benito my little Cat), e con Neve (my little bunny):

Lui è Benito, qui aveva pochi mesi! Adesso è gigante, come noterete nella foto successiva!
Non è Bellissimissimo?
Lui è Neve, è ciocciottissimo! Ma è dolcissimo!

E voi come e con chi trascorrerete questo giorno? A voi i commenti!

Goodbye and Happy Valentine’s Day ❤

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Le amiche di Chiarettins: Manuela,la Poliziotta!

Ciao Amici! Oggi inizierò a parlavi delle carissime amiche di Chiarettins, a cui si è affezionata tantissimo perchè (come dice lei) sono dolci e belle! La prima di cui vi parlerò è Manuela “la Poliziotta”,conosciuta casualmente ma è rimasta impressa nel nostro cuore per la sua gentilezza e la sua infinita dolcezza.Tutto è iniziato un bel giorno di Luglio, in piena estate. Come avrete notato, la nostra famiglia ama il mare, anzi lo adora! Quindi abbiamo deciso di andare in direzione spiagge di Oristano, nello specifico verso San Giovanni Sinis:

Vi piace? Secondo me è una delle spiagge più belle dell’oristanese!
E l’acqua? Cristallina!

E mentre eravamo in auto, cantando a squarciagola una delle canzoni preferite di Chiarettins (Amore e Capoeira di Giusy Ferreri, una delle sue cantanti preferite):

https://youtu.be/N4pqF-hwFM4

abbiamo notato una spia accesa nell’auto del nostro Dad e purtroppo era quella del liquido di raffreddamento; come tutti sapete è necessario fermarsi assolutamente, poichè l’auto potrebbe subire gravi danni! Cosi, dopo qualche chilometro, troviamo fortunatamente  una stazione di servizio e Dad compra il liquido necessario! In tutto questo Chiarettins non vedeva l’ora di arrivare in spiaggia per farsi i suoi bei tuffi e usare la tavoletta di Minnie. Bene, dopo aver inserito il liquido nella vaschetta ( non conosco il termine esatto, sono una donna siate comprensivi maschietti!), finalmente eravamo in viaggio verso la spiaggia. Ma ahimè, appena abbiamo parcheggiato,ci siamo resi conto di un minuscolo piccolo dettaglio: la “vaschetta” aveva un buco enorme! Per questo motivo era inutile inserire il liquido.. certo penserete che sfiga!
Cosi, a malincuore ( specialmente per la nostra Chiarettins), abbiamo deciso di andar via e tornare a casa, fino a quando il liquido restante ce lo avrebbe permesso. Beh come è finita? Che dopo qualche chilometro ci siamo dovuti fermare in un area di sosta, nella 131.. Che fare? L’unica cosa possibile: chiamare un carroattrezzi!
Nel frattempo che Dad e Mum cercavano il numero di telefono per chiamarlo ,inserito nell’assicurazione, dietro di noi si ferma un auto della Polizia!

Gentilissimi e premurosi ci hanno aiutato, ed ecco che dalla macchina scende quella che sarebbe diventata una grande amica di Chiarettins: Manuela la Poliziotta!
Sapete Chiarettins è stata davvero fortunata, perchè ha avuto anche l’onore di salire sull’auto della polizia e indossare paletta e il cappello della divisa ufficiale! Tutto è bene ciò che finisce bene, e Chiarettins ha incontrato una grande amica bella,dolce, sensibile e tanto simpatica (che rivedrà anche in altre occasioni)
Non ringrazieremo mai abbastanza Manuela e i suoi colleghi per la dolcezza e sensibilità che hanno avuto nei nostri confronti, soprattutto per Chiarettins che non si è annoiata per niente, anzi! Ha trascorso una giornata diversa, ma stupenda!

 

Abbiamo incontrato successivamente Manuela nella spiaggia di Mari Ermi! Non sono Bellissime?

Anche voi avete amiche che vi stanno così a cuore? Scrivetelo nei commenti!

Goodbye Friends!

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27 Gennaio,la Giornata della Memoria,per non dimenticare.

 La Giornata della Memoria è una ricorrenza internazionale che viene celebrata ogni anno il 27 gennaio al fine di commemorare le vittime dell’Olocausto. Perché è stato scelto proprio il 27 gennaio? Questa data è particolarmente significativa perché il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, le quali marciavano in direzione della Germania impegnate nell’offensiva Vistola-Oder, entrarono ad Auschwitz per finalmente liberarla. Il mondo scopriva il significato della parola Shoah. Tra il 1933 e il 1945 le vittime della Shoah, dell’Olocausto, furono dai 15 ai 17 milioni. Uomini e donne, anziani e bambini. Gli ebrei che scomparvero furono dai 5 ai 7 milioni. La Giornata della Memoria è il nostro omaggio a tutti loro.Vittime della Shoah furono tutte le persone che i nazisti consideravano “inferiori”, “impure”. Gli ebrei, ma anche i popoli slavi delle regioni che occuparono. E gli oppositori politici, gli handicappati, gli omosessuali. Le minoranze: rom, sinti, jenisch. I gruppi religiosi come i testimoni di Geova e i pentecostali. Forse non tutti sanno che il genocidio nazista cominciò proprio dai disabili. Le persone handicappate, minori e adulte, furono le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia sviluppate poi nella Shoah. Le prime prove documentali degli orrori nazisti, riguardarono proprio la persecuzione e i campi di uccisione dei disabili, anticamera dell’universo concentrazionario. Come vedremo le campagne di sterilizzazione, internamento e deportazione delle persone handicappate, presero il via nei mesi immediatamente successivi all’ascesa di Hitler, trovando terreno fertile nelle teorie eugenetiche e nella difesa della razza.

Dopo un’intensa campagna di sterilizzazione, si passò all’uccisione sistematica dei bambini disabili, cui è dedicata una larga parte di questa ricerca, in quanto uno degli aspetti più oscuri dell’olocausto. Il progetto T4, l’eutanasia di massa degli adulti disabili, che condusse alla morte circa 70.000 cittadini tedeschi, iniziò solo nel 1939, per interrompersi poi, ma solo formalmente, su pressione dell’opinione pubblica e delle Chiese, nell’agosto del 1941. Con l’estendersi dei fronti di guerra, lo sterminio dei disabili non risparmiò certo i Paesi occupati, con drammatici strascichi anche in Italia, come testimonia la deportazione dei disabili ebrei internati negli ospedali psichiatrici di Venezia, deportati ad Auschwitz-Birkenau. Perché nella tragedia di ognuno, si ritrova la Storia di tutti.

Noi nel nostro piccolo, possiamo immaginare ciò che queste innumerevoli vittime hanno provato in quelle situazioni.. e il miglior modo per sapere ciò che è realmente accaduto è attraverso i libri,documentari dettagliati oppure i film! Sono stati tanti i libri pubblicati nel corso di questi 70 anni che ci hanno permesso di comprendere fino in fondo cos’è l’Olocausto e cosa significa. Grazie alle preziose testimonianze dei sopravvissuti abbiamo imparato a conoscere non solo la storia di vite interrotte o, per chi è uscito dai quei campi, faticosamente ricominciate ma anche l’assurdità che abitava le menti dei carnefici. I libri sono alleati fondamentali per assimilare il passato e osservare con sguardo più lucido e consapevole il presente in cui ciò che non dovrebbe più accadere continua a ripetersi.

  • “Il classicoIl diario di Anna Frank”
    Inserito dall’UNESCO nel 2009 nell’Elenco delle Memorie del mondo, questo diario è stato tradotto in varie lingue oltre ad essere oggetto di numerosi adattamenti cinematografici. Quella di Anna, ragazzina ebrea costretta alla clandestinità con la famiglia, catturata nel 1944 dai nazisti e morta nel campo di Bergen-Belsen, è tra le più rappresentative testimonianze della vita imposta agli ebrei negli anni dell’occupazione tedesca.  Il primo contatto con la storia di Anna Frank lo abbiamo tra le mura scolastiche ma la sua valenza storica e la straordinaria tenacia di una giovane donna innamorata della vita ne fanno un classico da leggere e rileggere per salvarsi dall’amnesia in cui col tempo è facile scivolare.
  • “TestimonianzaSe questo è un uomo” di Primo Levi
    Forse la più viva e cruda testimonianza di ciò che accadde nei campi di concentramento. Non vi è da parte di Levi l’intento di dare un giudizio morale o di esprimere condanne nei confronti dei suoi carnefici. Se questo è un uomo è il racconto lucido e razionale, privo di sentimenti di rancore o odio, che vuol narrare i fatti così come sono accaduti lasciando al lettore il dovere di formarsi un’idea e quindi un’opinione su quanto avvenne in quei luoghi.
    Lo si evince sin dall’introduzione che testimonia non solo quello che è stato ma racconta quello che ancora oggi  è in molte parti del mondo.
  • “Una luce quando è ancora notte” di Valentine Goby
    Mila, giovanissima militante nella Resistenza francese, viene deportata a Ravensbrück nell’aprile del 1944 insieme ad altre quattrocento donne. Non ha mai avuto alcuna aspirazione all’eroismo: se ha deciso di aiutare suo fratello e gli altri militanti parigini l’ha fatto per senso del dovere, con la semplicità dei suoi vent’anni. Come le altre prigioniere politiche, prova sollievo nell’apprendere che non sarà fucilata. Non sa nulla del viaggio che l’aspetta, non ha mai sentito nominare Ravensbrück. Del campo di concentramento ignora tutto, anche le parole per nominare le cose, le azioni, le regole che bisogna imparare per sopravvivere. E per raccontare alle altre donne il segreto che avrà un ruolo decisivo nel suo destino. Grazie alla solidarietà delle compagne e a una tenacia incrollabile, Mila riuscirà a scorgere un barlume di luce rappresentato dalla presenza, nel campo, di una Kinderzimmer, una camera per i neonati: un luogo paradossale di vita in un paesaggio di disperazione. Giorno dopo giorno, nella durezza di un autunno e di un inverno infiniti, Mila si aggrappa con tutte le forze a quella luce, per se stessa e per il bambino che porta in grembo.

film sull’Olocausto hanno contribuito in modo fondamentale a espandere la conoscenza del fenomeno. Sono al tempo stesso un’importante testimonianza di come tale conoscenza sia cambiata nel corso dei decenni nella cultura popolare. Questi sono i film che in particolar modo hanno suscitato in me tanta commozione e la consapevolezza del fatto che tutto ciò è realmente accaduto, e di quanto l’uomo possa essere oltremodo crudele e insensibile. Questo giorno lo ricordiamo non solo per le vittime,ma soprattutto per chi ce l’ha fatta e per chi ha testimoniato, per chi non ha mai dimenticato il dolore, la sofferenza,la disperazione,la perdita dei loro cari,e la felicità nell’essere liberati.

 “IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE” (2008)

La pellicola racconta di una grande amicizia, dalle conseguenze terribili, nella Berlino degli anni ’40. Il padre di Bruno, otto anni, è un ufficiale nazista al quale – grazie ad una promozione – viene affidato un nuovo incarico fuori Berlino. La famiglia è in grande fermento per la notizia, tranne il piccolo Bruno che non vuole trasferirsi e lasciare la casa e gli amici ai quali è molto legato. La nuova casa in mezzo alla campagna è molto isolata e non ci sono altri ragazzi con cui giocare. E inoltre la madre gli proibisce di esplorare le zone intorno all’abitazione. Dalla finestra della sua stanza Bruno osserva una strana fattoria in cui tutti i residenti sembrano indossare un pigiama a strisce. Cerca di saperne di più, ma gli viene risposto che non sono affari suoi. Solo il padre è a conoscenza della verità, che ha giurato di non rivelare a nessuno: è, infatti, una fabbrica della morte ideata per attuare la “soluzione finale”, l’eliminazione sistematica degli ebrei. Bruno decide di non ascoltare più la madre e si mette a vagare per i boschi intorno alla casa, arrivando ad un recinto col filo spinato. Dalla parte opposta, un ragazzino della sua età, Shmuel che, in gran segreto, inizia ad andare a trovare tutti i giorni. Tra i due bambini nasce un profondo legame, che porterà Bruno a superare le recinzioni del campo per aiutare l’amico, a costo della vita.

Quella pioggia battente, che accompagna la sequenza finale, sono le lacrime di un’umanità che soffre per le atrocità compiute da esseri umani contro i propri simili; è una narrazione che vuole celarsi dietro a quel velo di innocenza che per tutto il film ci ha accompagnato con la presenza eterea di Bruno.

“La Vita è Bella”(1997)

La vita è bella è un film del 1997 diretto e interpretato da Roberto Benigni. Il titolo del film è tratto dalla frase «La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore» del testamento di Lev Trotsky. Verso la fine degli anni Trenta in Toscana, due giovanottelli lasciano la campagna per trasferirsi in città. Guido, il più vivace, vuole aprire una libreria nel centro storico, l’altro Ferruccio fa il tappezziere ma si diletta a scrivere versi comici e irriverenti. In attesa di realizzare le loro speranze, il primo trova lavoro come cameriere al Grand Hotel, e il secondo si arrangia come commesso in un negozio di stoffe. Camminando, Guido si innamora di una maestrina, Dora, e, per conquistarla inventa l’impossibile. Le appare continuamente davanti, si traveste da ispettore di scuola, la rapisce con la Balilla. Ma Dora si deve sposare con un vecchio compagno di scuola, e tuttavia non è soddisfatta perché vede molto cambiato il carattere dell’uomo. Quando al Grand Hotel viene annunciato il matrimonio, Guido irrompe nella sala in groppa ad una puledro e porta via Dora. Si sposano ed hanno un bambino, Giosuè. Arrivano le leggi razziali, arriva la guerra. Guido, di religione ebraica, viene deportato insieme al figlioletto. Dora va da un’altra parte. Nel campo di concentramento, per tenere il figlio al riparo dai crimini che vengono perpetrati, Guido fa credere che loro fanno parte di un gioco a punti, in cui bisogna superare delle prove per vincere. Così va avanti, fino al giorno in cui Guido viene allontanato ed eliminato. Ma la guerra nel frattempo è finita, Giosuè esce, incontra la madre e le va incontro contento, dicendo “abbiamo vinto”.

E’ inutile dire che ci troviamo dinnanzi ad uno dei film più geniali della storia del cinema!Benigni guida lo spettatore attraverso tutto il film come se fosse un bambino e lo volesse proteggere dalle terribili oscenità della guerra e alla crudele tragedia dell’Olocausto . Ma  a differenza di altri film che lo hanno preceduto e succeduto e che parlano dello stesso argomento,   qui invece non assistiamo mai a scene tragiche  e sconvolgenti, proprio perchè Benigni ci lascia immaginare cosa stia accadendo, ma con uno stile poetico ed ironico , che trasforma una delle più grandi catastrofi della storia in una specie di fiaba.
 L’amore di un uomo verso il suo bambino, verso la sua compagna di vita….. un amore talmente profondo e sconfinato , da rendere quasi naturale il sacrificio della propria esistenza , se questo significhi restituire la felicità e la dignità alle persone care.

“Il Pianista” (2002)

Varsavia, 1939. Wladyslaw Szpilman è un giovane pianista ebreo di grande talento. La sua vita viene improvvisamente sconvolta quando i tedeschi invadono la Polonia: Wladyslaw e la sua famiglia vengono rinchiusi nel ghetto insieme a tutti gli altri ebrei della città, ed in seguito i suoi parenti sono deportati nei lager. Rimasto solo, Wladyslaw è costretto a nascondersi per cercare di sopravvivere… Dopo quarant’anni di attività nel mondo del cinema, il grande regista polacco Roman Polanski firma una delle opere più importanti della sua carriera: Il pianista, una straziante pellicola sul dramma delle persecuzioni razziali che rievoca la dolorosa esperienza vissuta da Polanski stesso all’epoca della sua infanzia, quando la sua famiglia fu rinchiusa nel ghetto di Cracovia e poi sterminata nei lager. Basato sull’autobiografia scritta dal musicista Wladyslaw Szpilman e sceneggiato da Ronald Harwood, Il pianista segue le vicende del personaggio di Wladyslaw Szpilman, che sullo schermo ha il volto smagrito e lo sguardo dolente dell’americano Adrien Brody, premiato con l’Oscar come miglior attore per la sua intensa interpretazione. Nella prima parte, il film ci descrive l’impatto delle persecuzioni antisemite sulla comunità ebraica di Varsavia e sulla famiglia del protagonista; nella seconda parte, invece, assistiamo alla solitaria odissea di Szpilman che, animato unicamente da un disperato istinto di sopravvivenza, si aggira come uno spettro in una città-fantasma devastata dalla guerra. E a tendergli la mano, nel momento del bisogno, sarà il Capitano Hosenfeld (Thomas Kretschmann), un ufficiale dell’esercito tedesco che, in nome dell’amore per la musica, gli offrirà un aiuto assolutamente inaspettato.

L’opera di Polanski si propone dunque anche come una riflessione ed una metafora sul potere salvifico dell’arte, capace, perfino negli abissi più oscuri, di ridare luce alla nostra esistenza e di preservare quell’umanità sepolta sotto le macerie della Storia. Szpilman, che nel bel mezzo della guerra si siede a un pianoforte per suonare Chopin, trova così la forza per resistere attraverso le difficoltà incontrate sul suo cammino, sublimando il proprio dolore nella musica. Polanski non si tira indietro nel mostrarci l’orrore, e soprattutto l’assurda insensatezza di ciò che accadde in quegli anni, ma mantiene sempre uno stile lucido e controllato, evitando di scivolare nel patetico; non per questo, però, la pellicola risulta meno coinvolgente ed emozionante per lo spettatore, impegnato a percorrere il medesimo calvario del protagonista. Un film irrinunciabile, per non dimenticare.

Quali sono le vostre sensazioni riguardo questa importante pagina di storia? Se vi va, scrivetelo nei commenti!

Goodbye Friends!

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La mia classifica dei film più romantici di sempre!

Tutti noi,nel profondo del nostro cuore,siamo romantici!Chi non ama guardare un film di questo tipo e immedesimarsi nella storia,nei personaggi?
I film romantici possono spesso dare spunti per riflessioni profonde nella coppia, e possono suscitare emozioni intense che ci permettono di risvegliare la passione e l’intimità”, conferma la psicologa Isabella Mezzetti su uno dei suoi portali online. Quindi ciascuno di noi ha una classifica personale dei film romantici preferiti; ecco la mia:

«Orgoglio e pregiudizio» (2005)

 Potrai non averlo ancora letto, ma di sicuro avrai sentito parlare di Orgoglio e Pregiudizio, scritto da Jane Austen, uno dei romanzi più amati e letti di sempre. Il motivo per cui a distanza di 204 anni (il romanzo è stato pubblicato nel 1813) si continua a studiare quest’opera sui banchi di scuola è molto semplice: Orgoglio e Pregiudizio non è solo una pietra miliare della letteratura inglese, ma rappresenta il racconto d’amore perfetto, in grado di far sognare e intrattenere ogni generazione di ragazzi e studenti. Nonostante la scrittrice britannica si limitasse a descrivere il mondo che conosceva, fatto di campagna inglese, balli e il matrimonio come priorità per le ragazze, Jane Austen ha dalla sua una grandissima capacità di caratterizzazione dei personaggi e la sua penna ironica è il tratto distintivo che rende fresco e moderno questo romanzo. Io personalmente ho sempre amato questa storia!

La bellissima Keira Knightley interpreta Elizabeth Bennet, seconda di 5 sorelle, intelligente e spiritosa.  La sorella maggiore Jane (Rosamund Pike) si fidanza con un ricco scapolo arrivato in città insieme ad alcuni amici, tra cui Darcy (Matthew Macfadyen), che inizialmente riscuoterà commenti negativi da parte di Elizabeth. Con il tempo le cose cambieranno e verrà dimostrato che a volte le apparenze ingannano. Ecco la più bella dichiarazione d’amore di tutti i tempi!


«Se i vostri sentimenti sono gli stessi ditelo ora. Il mio affetto e i miei desideri sono immutati. Ma una vostra parola mi farà tacere per sempre. Se invece i vostri sentimenti fossero cambiati devo dirvelo… Mi avete stregato anima e corpo e vi amo, vi amo, vi amo e d’ora in poi non voglio più separarmi da voi».

 Ah, Mr Darcy! Nessuno riesce a essere così insopportabile e irresistibile come il prototipo del bello e dannato creato da Jane Austen.

«Le pagine della nostra vita» (2005)

The Noteboo è diretto da Nick Cassavetes ed è tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks (uno dei miei scrittori preferiti)

Un uomo anziano legge a una donna malata di Alzheimer una storia scritta in un taccuino, mentre i due si trovano in una casa di riposo. 
La storia che l’uomo racconta inizia all’inizio degli anni Quaranta,North Carolina, 1946: il giovane Noah(Ryan Gosling), tornato nel paese natale dopo la guerra, realizza il sogno – coltivato da tempo – di abitare nella grande casa vicino al fiume, da lui riportata all’antico splendore. Alla perfezione del quadro manca però Allie(Rachel McAdams), una seducente ragazza incontrata anni prima, amata disperatamente nel breve spazio di un’estate e mai più ritrovata. Invece, un giorno lei ricompare, per vederlo un’ultima volta prima di sposarsi… Ma il destino ha deciso altrimenti, scrivendo per loro una storia diversa…(era la storia d’amore della coppia anziana). Ecco la dichiarazione di Noah:


– Noah: Perché io voglio te… Io voglio tutto di te, per sempre… Io e te, ogni giorno della nostra vita… Vuoi fare una cosa per me, per favore? Prova ad immaginare la tua vita… Fra 30 anni, 40 anni… Come sarà? Se la vedi con lui vai, vai! Te ne sei andata una volta, sopravviverò anche la seconda, se è quello che realmente vuoi… Ma non scegliere la strada più facile…
– Allie: Quale strada facile? Non esiste una strada facile… Comunque finisco per ferire qualcuno.
– Noah: Smettila di pensare a quello che vogliono gli altri! Non pensare a quello che voglio io, a quello che vuole lui o a quello che vogliono i tuoi… Tu cosa vuoi? Che cosa vuoi?

«Notting Hill» (1999)

William Thacker (Hugh Grant) vive a Londra nel quartiere Notting Hill, in una casa che divide con Spike, un giovane sfaccendato che si muove bene nel disordine e nella confusione. William è proprietario di una libreria specializzata in libri di viaggio, dove un giorno capita Anna Scott(Julia Roberts), diva del cinema americano, a Londra per promuovere il suo ultimo film. Dopo un primo impatto, i due si rivedono poco dopo e avvertono il bisogno di ripetere i loro incontri. Amore a prima vista, complicato però dalle loro opposte situazioni. Per evitare difficoltà alla carriera dell’attrice, la coppia si vede di nascosto e di fretta. Solo in una occasione, William invita Anna ad una cena di compleanno della sorella. Qui la grande diva si confonde a tavola con i suoi ammiratori quasi increduli. Poco dopo però arriva in città il fidanzato di lei, e la storia sembra dover finire. Passano altri mesi. Anna entra all’improvviso in libreria… Ecco una citazione dal film, che mi ha particolarmente colpito:


«Io vivo a Notting Hill, tu a vivi a Beverly Hills, tutto il mondo sa chi sei. Mia madre ha difficoltà a ricordare il mio nome», «La faccenda della fama non è una cosa reale sai, e non dimenticare che sono anche una semplice ragazza, che sta di fronte a un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla».

Questa commedia del 1999 è da ripassare subito nel caso di appuntamento con personaggio in vista. Chiunque sia, ricordatevi che quello che conta siete voi due e che il resto è tappezzeria !


«Autumn in New York» (2000)

Chi non ha pianto di fronte alla struggente love story di una super giovane Winona Ryder con un ancora più giovane (e sexy) Richard Gere? Il film racconta del maturo Will Keane che si innamora, forse per la prima volta, della giovane e sensibile Charlotte, figlia di una sua vecchia fiamma, che scopre di essere gravemente malata di neuroblastoma al cuore… Tenete i fazzoletti a portata di mano, anche se lo state rivedendo per la millesima volta. Una storia d’amore che combatte contro il destino, regalando al pubblico alcune belle frasi emozionanti.


Charlotte: Dammi pure della pazza ma giurerei che i tuoi amici mi trovano più simpatica di te!
Will: Ah, questo è possibilissimo.
Charlotte: E ai miei amici sono senz’altro più simpatica io!
Will: Perciò dove vuoi arrivare?
Charlotte: Che ti ho distaccato nella corsa dell’amore!
Will: Cosa? L’amore non è una corsa!
Charlotte: Il nostro amore sì!

«I ponti di Madison County» (1995)

I ponti di Madison County (The Bridges of Madison County) è un film romantico del 1995 diretto ed interpretato dal travolgente Clint Eastwood e con un’indimenticabile Meryl Streep, tratto dall’omonimo romanzo di Robert James Waller…Come non amare Meryl?

Ricevendo il lascito testamentario della madre Francesca Johnson con la sconcertante richiesta che le sue ceneri vengano gettate nel fiume dal ponte Roseman, i due figli Michael e Caroline, spulciando tra le carte, trovano una lettera e tre diari della madre che raccontano loro dei fatali quattro giorni dell’autunno 1965 quando lei era sola in casa, mentre loro due insieme a loro padre Richard, erano partiti per alcuni giorni per una fiera di bestiame. L’arrivo di Robert Kincaid, un fotografo del National Geografic giunto a fotografare i ponti coperti della zona, interrompe la monotonia della giornata per Francesca che lo accompagna al ponte; gli rivela la sua origine italiana, di Bari, dove lui è stato a far fotografie. Robert, cordiale, le offre dei fiori; lei gli racconta che ha incontrato Richard, prima che diventasse suo marito, quando era militare a Napoli, durante l’ultima guerra. La vita è tranquilla nell’Iowa, forse troppo: a poco a poco tra i due nasce un sentimento irrefrenabile che fa divampare la passione…Ecco una citazione tratta dal film:


“in quattro giorni mi regalò una vita intera, un universo, ricompose i frammenti del mio essere in un tutto…
Non ho mai smesso di pensare a lui… anche se non lo ricordavo cosciamente, lo sentivo vicino a me, c’era sempre

«Io prima di te» (2016)

L’amore arriva sempre quando meno te lo aspetti. E qualche volta ti porta dove non penseresti mai di andare…Louisa “Lou” Clark (Emilia Clarke) vive in una tipica cittadina della campagna inglese. Non sa bene cosa fare della sua vita, ha 26 anni e passa da un lavoro all’altro per aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene però messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di Will Traynor (Sam Claflin), un giovane e ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata radicalmente in un attimo. Lou gli dimostrerà che la vita vale ancora la pena di essere vissuta.
Io prima di te racconta di amore, di rischi da correre, di coraggio, di resa, di messa in discussione. Nel libro la scrittrice Jojo Moyes riesce a trattare l’argomento dell’eutanasia con dolcezza, dando il punto di vista di tutti i protagonisti del libro, per darci la possibilità di riflettere e comprendere.

Uno dei momenti più emozionanti e toccanti di Io prima di te è sicuramente la scena finale dove vediamo Lou seduta in un ristorante di Parigi mentre sta leggendo la meravigliosa lettera che Will le ha scritto prima di morire. Il ragazzo la invita a continuare a vivere la sua vita con audacia e senza mai accontentarsi e che lui sarà lo stesso accanto a lei sempre. (Si, è un film e romanzo che mi ha emozionato parecchio)


Clark, sarà passata qualche settimana quando leggerai questa lettera; se hai seguito le istruzioni sarai a Parigi, su una di quelle sedie sempre un po’ traballanti. Spero che ci sia il sole. Al di là del ponte alla tua destra vedrai l’Artisan Parfumeur; prova il profumo che si chiama Papillon Extreme, secondo me ti addice. Ci sono alcune cose che volevo dirti e che non ti ho detto perché ti saresti commossa e non mi avresti lasciato finire, quindi eccole: quando tornerai a casa mia Michael Lawler ti darà accesso a un conto bancario che contiene abbastanza per iniziare da capo. Non farti prendere dal panico, non ti basterà per stare a gingillarti tutta la vita, ma dovrebbe regalarti la libertà, almeno da quella cittadina che chiamiamo casa. Vivi con audacia, Clark. Metticela tutta. Non ti accontentare. Indossa le tue calze a righe con orgoglio. Sapere che hai ancora delle possibilità è un lusso. Sapere che forse sono stato io a dartele è stato un sollievo per me. Ecco, questo è quanto. Sei scolpita nel mio cuore Clark. Lo sei stata dal primo giorno in cui sei entrata con il tuo sorriso dolce quei vestiti ridicoli. Le battute pietose e la capacità di nascondere ogni tua minima emozione. Non pensarmi troppo spesso, non voglio che tu stia triste. Vivi bene, semplicemente vivi, io sarò al tuo fianco ad ogni passo. Con amore, Will. 

Titanic (1997)

Non poteva mancare nella mia classifica! Diretto da James Cameron, “Titanic” è il film, uscito nelle sale cinematografiche nel 1997, che descrive l’affondamento della celebre nave da crociera raccontando la storia d’amore di Jack e Rose, interpretati rispettivamente da Leonardo DiCaprio e Kate Winslet. Con undici premi Oscar vinti è il film più premiato nella storia del cinema! Abbiamo pianto e continuiamo a versare lacrime a ogni visione per il coraggioso capitano Smith, per l’ammirevole ingegnere Andrews, per una madre che conforta i suoi figli, per una coppia di anziani che si abbracciano, per i musicisti che riprendono a suonare sul ponte di prima classe. E per Jack e Rose, naturalmente, per il loro amore cosi forte e profondo che forse di questi tempi non esiste più; perciò vale la pena almeno sognare!

Il 10 aprile 1912 salpa dall’Inghilterra, per il suo viaggio inaugurale, il transatlantico Titanic con 1500 passeggeri a bordo. Considerato un gioiello tecnologico e il più lussuoso piroscafo da crociera mai realizzato, il Titanic prevede la collocazione dei suoi passeggeri in tre classi, riflesso delle differenze sociali. Ma il destino di quel tragico viaggio porta ad annullare queste differenze tra Rose De Witt Bukater, rappresentante della nobiltà inglese, soffocata dal peso dei ruoli e dagli obblighi della società, in viaggio con l’arrogante fidanzato Cal. Si innamora infatti di Jack Dawson, umile ragazzo americano, che riuscì a guadagnare un biglietto del Titanic di terza classe dopo una scommessa .Durante la notte tra il 14 e 15 Aprile 1912 la nave colpì un iceberg affondando lentamente nel mare e portando con se migliaia di vite tra cui quella del giovane Jack. La frase di Rose anziana che ricordiamo tutti:


“Il cuore di una donna è un profondo oceano di segreti… Ma ora sapete che c’era un uomo di nome Jack Dawson, e che lui mi ha salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata… Non ho nemmeno una sua foto… Non ho niente di lui… Vive solo nei miei ricordi. “

Questa è la mia classifica! E la vostra qual è? Scrivetela nei commenti.

Goodbye Friends!

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London, il mio grande amore!

Londra è considerata, a ragione, una delle mete turistiche tra le più note, la capitale inglese non ha certo bisogno di presentazioni.Londra è una vera metropoli, di quelle che puoi odiare o amare. Ma indifferente no. Non può succedere.

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Londra è l’umido della pioggerellina che la bagna quasi incessantemente, è il calore di una tazza di tè, è il rosso delle cabine telefoniche e dei bus, è la luce abbagliante dei cartelloni di Piccadilly Circus, è il profumo dei fiori di Hyde Park, è il vocio di gente a Portobello Road. Ho amato e amo ogni suo angolo, la sensazione che mi trasmette ogni volta che la visito, è come sentirsi a casa!
Il mio quartiere preferito è senza ombra di dubbio Notting Hill, conosciuto oltre per il noto film, per via del suo mercato Portobello Road del Sabato mattina, sempre superaffollato!

A parte il Sabato mattina, dove effettivamente è quasi impossibile camminare per la grandissima folla di turisti che si accalcano lungo il primo tratto di strada, contornato dalle bancarelle di brocantage, vale certamente la pena di farci un salto, in uno qualsiasi degli altri giorni della settimana, per respirare l’aria creativa e affascinante di tutto il quartiere. E’ circondata da numerosi negozi di abbigliamento vintage e non, oggetti di antiquariato più o meno antichi, souvenir, librerie e oggetti vari, che sono sempre e comunque aperti, a prescindere dal mercato.


Nella parte più bassa della strada, poi, c’è il mercato permanente della frutta e del cibo,coloratissimo e pieno di cose diverse da provare e di pentoloni fumanti che ribollono; questa parte del mercato è sempre presente, tutti i giorni della settimana! Penserete che figata. È sicuramente un luogo da visitare.


Un altro luogo che adoro di Londra è Piccadilly Circus,una delle Piazze più famose di Londra, in cui transitano ogni anno milioni di visitatori!Ci troviamo nel cuore pulsante della città, all’interno della City di Westminster, punto nevralgico, simbolo e luogo di ritrovo per eccellenza della capitale britannica. È la famosa piazza dalle gigantesche insegne luminose,sono la cosa che più di tutto cattura l’attenzione di chiunque si trovi a passare da queste parti;precisamente, più che di una piazza si tratta appunto di un Circus, cioè uno spazio aperto di forma circolare realizzato nel 1819 in prossimità di un incrocio per collegare alcune tra le più importanti arterie stradali cittadine, tra cui la famosissima Regent Street e l’affollata Piccadilly Road. Proprio sotto la piazza è stata aperta la stazione metropolitana di Picadilly Circus e vi si può accedere da praticamente ogni angolo della piazza! Super collegata, vero?


Un luogo che mi è rimasto particolarmente impresso è Holland Park,è considerato uno dei parchi più tranquilli e romantici di Londra, probabilmente grazie al numero di alberi e viottoli che rendono l’atmosfera a dir poco magica. La parte a nord del parco è caratterizzata da un bosco naturale attraversato da sentieri percorribili in varie direzioni, ogni tanto qua e là si trova una panchina o un tronco tagliato dove potrete riposare o semplicemente contemplare la natura nonostante siate in centro città.


Ciò che mi ha colpito maggiormente è Il Giardino Zen con i suoi laghetti, piccole cascate e grovigli di bambù. Vi sembrerà di stare in Giappone per un paesaggio che non ha nulla da invidiare ai più originali e famosi giardini zen di Okinawa.
Ma mi hanno colpito anche i piccoli abitanti di questo parco: dei piccoli scoiattoli alquanto ghiotti di qualsiasi cosa purchè sia commestibile, e i coloratissimi pavoni!

Un’altra bellissima esperienza è stato salire a bordo dell’Emirates Air Line, la funivia di Londra che attraversa il Tamigi. Godetevi una splendida vista di Londra mentre vi spostate dalla penisola di Greenwich ai Royal Docks! Emozionante, non trovate?

https://www.emiratesairline.co.uk/

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Il mio consiglio: una volta nella vita, visitate Londra, non ve ne pentirete! Ogni volta che vado via, per me è un colpo al cuore, è a dir poco stupenda e unica!

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L’inizio di una passione : fotografare i ricordi e i viaggi più belli!

La fotografia è una passione per cui è necessario un certo occhio: l’occhio per inquadrare i momenti speciali, l’occhio per l’estetica, l’occhio per la bellezza della natura e l’occhio per un’atmosfera unica. Tutti hanno una propria prospettiva,basta individuare quella giusta. Sin da piccola, ho sempre amato la fotografia, anche se non le scattavo io,ma my mom;mi piaceva farmi fotografare, ma non avevo ancora trovato la mia “prospettiva”,e un giorno come tanti , il dolce sorriso di Chiarettins mi ha ispirato!

È un sorriso furbetto, vero?

E dal giorno ho iniziato a fotografare di tutto, anche se un giorno vorrei comprarmi una bella macchina fotografica! Un ottima idea regalo per qualsiasi ricorrenza( ricordatevi eh).

Ma i modelli migliori,a parte Chiarettins, sono i nostri animaletti!L’amore per queste Creature Divine è infinito, e dovrebbe essere cosi per tutti! Il mio “modello” preferito è senza ombra di dubbio Benito, il mio gattone che per me è come un figlioletto, alquanto “vivace” e giocherellone.

Questo è Benito, che sguardo da “bravo” gattino! Non trovate?

Dopo aver fatto un pò di pratica, ho pensato:

Perchè non unire la passione per la fotografia con quella per i viaggi?

Viaggiare… quante sensazioni, quasi indescrivibili! Il solo pensiero di prepararti la valigia, no anzi prenotare il biglietto dell’aereo per qualsiasi destinazione,è una delle cose più belle che si possono fare nella vita! Lo consiglio vivamente, e se non si vuol spendere una cifra esorbitante, prenotate su Booking o Airbnb, ma anche eDreams;tramite quest ultimo si possono trovare anche i voli con i prezzi più bassi in assoluto! ( il low cost ovviamente è Ryanair)

La mia prima fotografia senza filtri, scattata da una piccola fessura in cima al Battistero presso la famosa Piazza dei Miracoli, a Pisa (Patrimonio dell’UNESCO), è questa:

Ecco La Cattedrale, conosciuta come il “Duomo di Pisa”.

Non sapete la soddisfazione che ho provato nel scoprire che, non serve per forza avere una bella macchina fotografica, ma è semplicemente una questione di prospettiva, ed è soggettivo, ovvero dentro ognuno di voi, si nasconde un piccolo fotografo, poi ovviamente ci sono le persone con un dono in più, tanto da riuscir a trasmettere le loro emozioni attraverso uno scatto, e il mio preferito è questo:

Raffigura Notting Hill, uno dei quartieri più conosciuti di Londra!

Una delle attrazioni più belle di Notting Hill sono le casette dai colori pastello, come quelle che compaiono nel mio scatto,e le porticine colorate!Trasmettono sicuramente allegria. È uno dei quartieri che preferisco della Capitale Inglese, e spero di tornarci presto!

E con questo vi auguro una Buona Domenica! Goodbye🙋‍♀️

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Il momento più emozionante della nostra vita: l’udienza speciale con Papa Francesco (Papa Francisceddu per Chiarettins)

30 Novembre 2018, una data che rimarrà impressa nella nostra mente! E pensare che fino a qualche settimana addietro, lo avevamo visto per l’Angelus in Piazza San Pietro il 1 Novembre. Un’esperienza indimenticabile, forse è un qualcosa che non si può spiegare se non lo si vive in prima persona!

Per raggiungere Roma, la città più bella del mondo, abbiamo prenotato un volo.. e secondo voi con Ryanair quale potrebbe essere l’orario di partenza? Le 6:45 del mattino! Ma comunque ne è valsa la pena ovviamente. Chiarettins non ha avuto problemi con la sveglia prima del canto del gallo,anzi lei quando deve uscire di casa o in questo caso partire per un viaggio,è super entusiasta! Ma ahimè noi non siamo mai in anticipo, quindi vi lascio immaginare la “corsetta mattutina” in aereoporto! Però per fortuna siamo arrivati in tempo per l’imbarco, olè!

Una volta arrivati all’Aereoporto di Ciampino,Breakfast Time,ma sapete cosa avrebbe voluto Chiarettins? Una deliziosa Pizzetta Sfoglia, ma noi tutti sappiamo che si possono trovare solo nella nostra amata Sardegna! Quindi si è dovuta accontentare di un croissant ripeno di Nutella ( beh il migliore, giusto?). Comunque, con un taxi arriviamo al nostro Hotel, situato al centro di Roma.. Capite? a due passi da tutto! Happiness! Bene, ci siamo preparati per l’udienza, tutti carucci; Chiarettins aveva le sembianze di una bambolina, ovviamente non deve mancare il trucco ( il phard) e il profumino delle Princess! Anche il mio look era abbastanza sobrio(gonna elegante,camicia bianca e un minimo di tacco, idem my mom) Ma il più stiloso è stato My Dad! Giudicate voi stessi:

Abito in velluto cucito su misura!

L’udienza si è tenuta nella Aula Paolo VI in Vaticano, eravamo esattamente 600 volontari giunti da tutta la Sardegna, portando lustro e onore alla nostra Madre Terra. Dopo un discorso toccante del Presidente del CVS Sardegna Solidale, Giampiero Farru ( il quale ringraziamo di cuore per aver reso possibile tutto questo, tramite l’Associazione Diversamente Onlus), il nostro amato Papa Francesco ci ha rivolto queste bellissime parole:


“Vi incoraggio a proseguire con passione la vostra missione, ricercando tutte le forme possibili e costruttive per risvegliare nell’opinione pubblica l’esigenza di impegnarsi per il bene comune, a sostegno dei deboli e dei poveri. Oggi c’è molto bisogno di testimoni di bontà, di tenerezza e di amore gratuito. C’è bisogno di persone perseveranti, che affrontano le difficoltà con spirito di unità e ponendo sempre alla base di tutto lo scopo ultimo, cioè il servizio al prossimo. Così facendo, continuerete ad essere per l’intera Sardegna un punto di riferimento e un esempio”.

E cosi, dopo gli innumerevoli applausi da parte nostra,Papa Francesco è sceso dal palco per stringerci la mano! Che Emozione, non potevamo farci scappare un’occasione simile per Chiarettins; e con Papà in prima fila, attendendo il fatidico momento, eccolo arrivare verso Chiarettins e dolcemente le fa una carezza, come una sorta di benedizione! Tra le lacrime e lo stupore,sono riuscita ad immortalare questo momento indimenticabile:

Il momento più magico di sempre!

Ci terrei a ringraziare per questa esperienza il CVS Sardegna Solidale http://www.sardegnasolidale.it/ 

E un enorme ringraziamento alla nostra Associazione Diversamente ONLUS http://www.diversamenteonlus.org/

Grazie Sua Santità Papa Francesco!