Non so davvero da dove iniziare questo articolo del mio blog. Forse sono un po’ arrugginita ,dato che non scrivo da mesi, e mai avrei pensato di volerlo fare per raccontare la mia tragica esperienza.
Vorrei iniziare affermando che ci ho sempre creduto all’esistenza di questo maledetto virus, perciò ho seguito sempre le regole per far sì che la mia vita e quella delle persone che mi stanno attorno potesse proseguire nel migliore dei modi, anche se con prudenza e attenzione.
01 Ottobre 2020: Chiarettins non sta bene, perciò decidiamo di non portarla a scuola, così per precauzione. Ci accorgiamo che ha qualche linea di febbre (37,5 per l’esattezza), magari ha solamente una leggere influenza, basta dargli il Nurofen e per lunedì sarà come nuova ( nonostante ciò, la sua “euforia” è sempre la stessa).
2 Ottobre 2020: mi sveglio e uscendo dalla camera noto che mia madre sta ancora a letto (lei che ogni giorno si sveglia alle 5:30 del mattino per andare a lavoro). Scopro che avverte un fastidio allo stomaco ( in una zona limitrofa al petto) e pensa di avere un po’ di reflusso ( ahimè è di famiglia!). Mio padre ormai era già andato a lavoro, quindi chiamo il medico, il quale mi prescrive una cura per lo stomaco ( gastroprotettore, gaviscon,ecc). Okay, perciò acquisto questi medicinali e inizia la cura. Nei due giorni seguenti anche mia madre ha avuto qualche linea di febbre, esattamente come mia sorella.
5 ottobre 2020: di buon mattino, mio zio ( vive con i miei nonni materni), mi chiama avvisandomi che nonno ha avuto una sorta di svenimento, tanto da rimettere la colazione nel letto. Preoccupati chiamiamo il medico, e dice che magari poteva essere un’indigestione! Okay, dieta in bianco con molta tranquillità. Nel frattempo abbiamo deciso di denunciare il nostro stato di salute, e sottoporci al tampone per rilevare il covid, solo che dovevamo attendere la chiamata dell’ATS.
6 ottobre 2020: ciò che mi ha svegliato? Un mal di testa fortissimo, magari i troppi pensieri dovuti alle vicende dei giorni precedenti. Nel frattempo mia madre avverte dolori allucinanti alle ossa, perciò decide ,dopo aver consultato uno specialista, di assumere un antidolorifico (due volte al dì). Arriva la sera, e io inizio a tremare dal freddo. Termometro: 38 gradi. E io tra me e me penso : “ Che palle, mia sorella mi ha contagiato l’influenza”.
7 ottobre 2020: mio zio tramite una chiamata ci fa sapere che mio nonno ha qualche linea di febbre e ha perso l’appetito. Però lui dice di essere solo stanco, e noi pensiamo sia una semplice influenza ( non poteva essere covid, nonno stava tutto il tempo a casa). Nel frattempo il mio stato peggiora. La febbre sale a 39, e quando mi metto a letto avverto un dolore stranissimo al petto ( ho pensato addirittura che mi stesse per venire un infarto!) , ma non volevo allarmare mia madre, perciò ho tentato di rilassarmi e mi sono addormentata.
Nei giorni seguenti, a parte il fortissimo mal di testa che non voleva lasciarmi in pace, per il resto il mio fisico stava meglio. Avevo una voglia matta di dolce, come la Nutella! Perciò mio padre (l’unico sano tra noi) compra i Nutella Biscuits. Apro la busta, do un bel morso a un biscotto… e mi rendo conto di non essermelo gustato. Perciò do un morso a un altro….. niente, come se stessi mangiando il nulla. Succede così anche per il profumo ,me lo spruzzo addosso e non sento nulla. Però mi sono detta : “ Questo capita anche quando una persona ha una sindrome influenzale”. Così ho mantenuto il segreto, per non agitare la mia famiglia. Nel frattempo mia sorella stava benissimo, ma mia madre ha continuato ad avere dolori alle ossa.
11 ottobre 2020: mia madre si sveglia strapiena di “pomfi” sulla pelle. Magari perché aveva abusato degli antidolorifici per una settimana e due volte al dì! Per risolvere il problema: antistaminico e cortisone. Durante la serata, mio zio ci dice che secondo il saturimetro, la saturazione di nonno è scesa a 85! Così chiama il 118 per ricevere un tempestivo intervento. Mio nonno in qual momento non aveva una bella cera, così decidono, essendo anziano di ricoverarlo e sottoporlo al tampone.
L’agitazione sale alle stelle, eppure dovevamo stare calmi e attendere. Due ore dopo una chiamata per mia madre : “ Suo padre è risultato positivo al covid-19, ha una polmonite interstiziale ed è molto grave”. La disperazione negli occhi di mia madre, e la rabbia nei miei perchè dopo una settimana non avevamo ricevuto alcuna chiamata per essere sottoposti al tampone, per capire come mio nonno poteva esserselo preso.
Trascorrono i giorni, e mio nonno risultava essere stabile, solo che indossava il casco per l’ossigeno, ed era alimentato con un sondino, poiché non riusciva a mangiare. Sapere che non poteva o non riusciva a mangiare è stato straziante, perché è sempre stato una buona forchetta, un mangione.
Nel frattempo noi siamo rinchiusi in isolamento (io, mia sorella, mia madre, mio padre, mia nonna e mio zio) essendo stati a contatto con un positivo (nonno), e ancora nessuna notizia dell’ATS. Però il nostro stato di salute migliora, a parte che anche mia madre ha perso il gusto e L’olfatto, ma dettagli.
17 ottobre 2020: finalmente arriva la tanto attesa chiamata dall’ ATS per andare a fare il tampone. Noi ormai non avendo più sintomi da 10 giorni più o meno, siamo andati direttamente sul posto per farcelo fare. Invece da mia nonna e mio zio sono andati a domicilio ( loro comunque non hanno avuto sintomi, ma giusto per l’età di mia nonna)
Attendiamo qualche giorno, e abbiamo potuto verificare il referto tramite il fascicolo sanitario : tutti POSITIVI, tranne mio padre e mia sorella. Perciò decidiamo di fargli fare un sierologico, e da quello abbiamo scoperto che mio padre lo ha avuto da asintomatico più o meno due mesi prima. Invece mia sorella si era appena negativizzata, poiché si stavano formando gli anticorpi.
Una cosa è certa : nessuno ha la colpa di tutto ciò, perché non si può sapere chi lo ha trasmesso a chi, ma il virus è subdolo e ha voluto colpire la persona che risultava più debole per un fattore anagrafico. Lo stato di mio nonno era monitorato, tutto sembrava stabile nella sua gravità.
21 ottobre 2020: questo forse è stato il giorno più brutto della mia vita, una chiamata alle 10:30 del mattino : “ Luigi non ce l’ha fatta”
Potrete immaginare la disperazione di mia madre, di mio zio, mia nonna che non aveva ancora realizzato l’accaduto. Vedere mio padre piangere come un bambino, non lo avevo mai visto in questo stato. Io che pensavo : non è possibile, io l’ho visto due settimane fa , nonno stava benissimo. E mia sorella, che non so se sia stato un bene o meno, non può comprendere ciò che stava capitando in quel momento.
Io sono sincera, da quel giorno sono andata solamente una volta nella casa dei miei nonni, perché ogni volta mi sembra di vederlo seduto nella sua sedia bianca, con il suo cappellino in testa e la coperta del Milan , la sua squadra del cuore ,nelle gambe per riscaldarlo, guadando un qualche partita alla tv. Oppure mentre tagliava e grattugiava una carota per Chiarettins, lei lo chiamava “Babbo”.
Sapete qual è stata la cosa più difficile? Non poter assistere nonno in ospedale, non averlo visto un’ultima volta o andare al suo funerale. Il carro funebre si è fermato di fronte casa di nonna, per porter dare almeno lei un ultimo saluto da parte di tutti noi.
Trascorrono i giorni, e noi nel frattempo ci sottoponiamo al secondo tampone. “Positivo”, eh vabbè dovremo aspettare ancora una settimana, si spera. Chiarettins era sempre più irrequieta, dopo quasi un meee di chiusura totale, senza poter frequentare la scuola e vedere i suoi amichetti. È stata molto dura.
Un bel giorno, ci arriva il provvedimento dopo il terzo tampone eseguito: fine dell’isolamento per guarigione. Dopo esattamente un mese e 4 giorni l’incubo sembra essere finito , si torna alla vita normale, quotidiana. Nulla è stato semplice. Mia sorella per riabituarsi alla scuola ci ha impiegato un mese; mia madre che pensa e ripensa “ se avessi chiamato prima il 118, forse le cose sarebbero andate diversamente…”
Il mio pensiero è che purtroppo questo virus ha colpito la persona più debole della famiglia, e io tutt’ora sono ancora incredula a distanza di due mesi dall’accaduto.. Tra breve sarà Natale, la festività che amo di più in assoluto. Solo che quest anno, il nostro clima di festa sarà solo per Chiarettins, perché avremo purtroppo una sedia vuota.
Per chi ancora non ci crede, smettetela idioti. Il covid-19 colpisce chiunque e dovunque, ormai non solo anziani ( senza alcuna patologia, se non quella di essere ANZIANO), ma anche i più giovani! State attenti e per chi ancora non ha subito nulla, ritenetevi fortunati, e apprezzate la famiglia e le persone care , perché purtroppo la vita è imprevedibile, ormai lo so❤️
Ciao Nonno Luigi 👼, sarai per sempre il mio angelo.